giovedì 12 maggio 2011

Lassini e Moratti. Una storia che poteva essere solo italiana.

Vi ricordate di Roberto Lassini? E' l'autore dei manifesti anti-pm/anti-giudici che hanno inquinato Milano durante la prima metà di aprile (ne parlai in questo post). Alla sua confessione si alzò un discreto polverone. La Moratti, e con lei il Pdl, Schifani, Pluto e Paperino, chiesero la sua rinuncia a candidarsi (Lassini è nella lista Moratti, candidato a consigliere comunale), lui assecondò la richiesta, per poi rimangiarsi la parola in uno schiocco di dita.

L'ennesima dimostrazione della serietà che permea i candidati del centro destra alla giunta milanese.

Ripercorriamo insieme la storia di uno degli episodi che maggiormente evidenzia la scarsa morale politica di questi bei personaggi che hanno dalla loro una consistente fetta di consensi tra gli elettori milanesi (mi chiedo sempre come sia possibile).

17.04.2011 - Roberto Lassini confessa di essere l'autore dei manifesti contro i giudici di Milano
17.04.2011 - Lassini non molla la candidatura
18.04.2011 - Lassini viene indagato - La Tizia Moratti irrompe: deve ritirarsi. "O lui o me" arriva a dire.
19.04.2011 - Anche Schifani lo invita a mollare - Lassini accetta i "consigli". Si ritira.
19.04.2011 - E' ufficiale. Lassini con una lettera a Napolitano si ritira. Lieto fine? Macchè...
21.04.2011 - ...Voilà!
22.04.2011 - Questo non molla un cazzo. Estremo esempio di coerenza col freno a mano
23.04.2011 - Il Pdl non molla. Continua la farsa. Ma chi ci crede?
04.05.2011 - La replica di Lassini all'invito del Pdl - Rincara: il reato di vilipendio andrebbe eliminato
07.05.2011 - Perfino la Lega parla di candidati invotabili. Nell'articolo un'altra prova della ferrea coerenza del Lassini, che dopo aver dichiarato che non avrebbe proseguito alcuna campagna elettorale in suo favore, il 7 maggio presiede a un comizio in Cairoli per poi girare con un pullman con lo slogan "Basta con la giustizia ingiusta"
12.05.2011 - Ecco il salvagente Alfano con i braccioli del reato d'opinione. Lassini la fa franca su ogni fronte. La presa per il culo raggiunge il suo culmine.

Non fosse palese, sembrerebbe quasi di aver di fronte la più folle e riuscita campagna elettorale del secolo.
Lassini incarna perfettamente il pensiero berlusconiano. Violenza demagogica, filosofia politica dell'italiano medio che strizza l'occhio su ogni fronte sbattendosene dell'etica. Servilismo acuto a buon fine. Sostenere il grande capo in cambio di qualsiasi cosa che assomigli a una poltrona.

Questo è il centro destra berlusconiano che abbiamo a Milano.
Il sindaco uscente, La Tizia, che non fa che starnazzare impacciata e imbranata, manovrata a sua insaputa dalle lobby con cui lei stessa è invischiata. Che proclama l'aut aut a Lassini per poi dimenticarsene.

Non rimane che sperare che il vento cambi, sul serio. 


La politica a chi sa far politica.

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