giovedì 24 marzo 2011

Infringement contributor

Open Gate Italia ha il coltello tra i denti. Dopo aver vinto la sua prima battaglia contro Yahoo.com ora si prevedono attacchi a Google e Youtube.
Open Gate Italia è "una società specializzata in attività di public affairs" (direttamente dal sito). Tra i veri goals ha quello di curare e tutelare i diritti d'autore e di riproduzione di clienti che rappresenta attraverso vari media.

La battaglia vinta in un tribunale di Roma apporterà qualche cambiamento nel mondo dei motori di ricerca.
Tutto nasce quando Yahoo.com, alla ricerca inserita "About Elly" (film di Asghar Farhadi del 2009), presenta come primi risultati siti che trasmettono il film in streaming, oppure in versione download. I siti ufficiali si trovano indietro, scavalcati da domini che evidentemente ledono un migliaio di diritti d'autore e riproduzione.
Open Gate Italia ammonisce Yahoo.com. Chiede di filtrare in maniera adeguata le ricerche. Una richiesta piuttosto ragionevole.
Ma Yahoo non si muove. I rappresentanti di About Elly si incazzano e si va in tribunale. Il giudice considera il sito "infringement contributor", ovvero complice nella violazione dei diritti d'autore (pur sapendo della violazione non ha provveduto alla rimozione dei siti dalle proprie ricerche) e Open Gate Italia vince.

Cosa succede ora?
Dal sito www.mytech.it:
Va detto che la sentenza non “fa cassazione”; non riscrive il diritto. Non ne deriva quindi un obbligo per tutti i motori di ricerca e per casi simili: vale solo per questo caso specifico (...) La futura direttiva europea sul commercio elettronico infatti probabilmente li equiparerà agli hosting provider, nelle loro responsabilità come intermediari tra utenti e contenuti di terzi. 
Questa sentenza riapre la guerra virtuale più vecchia del mondo. Streaming sì, streaming no.
Vorrei ragionare in termini ideologici, per principi. Ma una qualsivoglia idea non regge il confronto quando dall'altra parte ci sono i soldi.
E' anche vero che attualmente non esistono norme che ne vietino la somministrazione.
Bisogna però ricordare che per fare un film servono palate di cartamoneta. Quando si parla di distribuzione internazionale di denaro ne gira parecchio. E ovviamente intorno gravitano diritti d'autore da milioni di dollari.
E il mondo attualmente gira intorno ai soldi. Per vederlo ruotare attorno ai principi dovrò aspettare almeno l'eternità. Oppure dovrò comprarlo. Ma non lo farò per principio.

Io sono a favore dello streaming. Ma sono anche per la tutela dei creatori, di qualsiasi natura e genere.

E sono soprattutto a favore della furbizia.
Yahoo.com: ma fare qualcosa di più per evitare di finire in tribunale e perdere con un clamoroso autogol?

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