Le celebrazioni del 150° anniversario dell'Italia stanno dando un'immagine un po' strana del nostro paese.
Sui giornali, da Repubblica al Giornale, non si legge altro che contestazioni a Lega e compagnia bella e chiunque rappresenti in questo momento il Governo (gira voce che in quel di Pessano con Bornago il portaborse di un consigliere provinciale del PdL si sia preso una sonora pernacchia da un bimbo).
Addirittura a Varese, notizia di qualche minuto fa (da "Il Giornale"), standing ovation per Napolitano (vera rock star di queste celebrazioni) e cori a favore del tricolore sul municipio. Alti gli urli "vergogna" all'amministrazione leghista.
A Milano e a Roma fischiato Berlusconi, fischiata la Moratti, fischiati Maroni e La Russa. Fischiamo e fischiamo. L'hobby nazionale.
Già, ma con che criterio?
Seguono otto domande.
Com'è che al Governo c'è sempre lui, a Milano c'è lei e a Varese ci sono loro?
Insomma: si può sapere chi li ha votati? Nessuno lo sa, ma ogni italiano soffre di bipolarismo? In piazza a fischiare e poi nella cabina a dare il voto a quelli a cui si è fischiato? Dimenticando poi tutto?
O quelli della piazza non sono altro che attori pagati dalla sinistra? O meglio, proiezioni tridimensionali?
Oppure quando c'è da andare alle urne si scatenano epidemie che bloccano a casa coloro che potrebbero ribaltare le sorti del voto?
Ciò che mi circonda mi dice che alle prossime elezioni, di qualsiasi tipo, anche quelle cosmiche, tutto crollerà, che sarà un trionfo di antiberlusconismo e antileghismo. Che il Paese si rialzerà. Basta razzismo, basta insicurezza sul lavoro, basta corruzione e bla bla bla bla bla.
Come già successo negli anni scorsi.
Poi però.
Berlusconi viene confermato al Governo.
Milano conferma la Moratti.
Varese si tiene ben stretta i leghisti e le pochette verdi.
Quelli della piazza dove cazzo sono finiti?
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