martedì 1 febbraio 2011

Lalaureanonserveauncazzo

Cos'hanno in comune Daniele Capezzone, Walter Veltroni, Maurizio Gasparri, Umberto Bossi, Stefania Prestigiacomo (la annovero lo stesso), Massimo D'Alema, Fabrizio Cicchitto (anche lui, via), Gianfranco Miccichè, Marco Follini, Francesco Rutelli, Fausto Bertinotti e chissà chi ancora?

Pensateci ancora un attimo.
Ci state per arrivare.
Umberto sceglie il prossimo esecutivo

Esatto.

Non gli dareste mai in sposa vostra figlia/vostro figlio.
Esatto.
Non vorreste averli come suoceri.
Perfetto.
Andiamo oltre, altrimenti ci infiliamo nel mondo delle torture e non ne usciamo più.

Tutti questi signori sono stati ministri, sindaci, vicesindaci.
Tutti questi signori sono senza laurea.
La puttana di Silvio, altrochè Ruby
Capezzone non ha mai assunto un'alta carica governativa, è vero (per fortuna). Ma per la qualifica di clamorosatestadiminchia credo che la laurea sia inutile (è, questa annoverazione, insomma, una cattiveria per niente gratuita).
Qualcuno non rimarrà sorpreso da queste rivelazioni (sull'ultima sfido chiunque).
Qualcuno ne sarà rimasto scioccato assumendo un'espressione eguale a quella del famoso quadro di Munch.

Qualcuno mi dirà: "Conosco tanti idioti con la laurea, ma anche tanti diplomati semplici che valgono molto di più di tanti Dottori".

Io dico.
E' vero. Verissimo.
Ma non è questo il punto (è assolutamente vero anche l'esatto opposto).

Qualcuno mi dirà: "Eh, ma la maturità conseguita negli anni '60 '70 aveva ben altro spessore rispetto a quella che c'è adesso. Eh, ma allora c'erano altri professori. Eh, ma allora c'era un'altra coscienza politica e sociale."



Lui guadagna più di 10000 euro al mese
Io rispondo.
Eh, ma allora sti cazzi.

Perchè, se non per ricoprire la carica di Sindaco (come successo a Rutelli e Veltroni e come stava succedendo ad Alemanno ([si è laureato nel 2004, all'età di 46 anni] - Roma è un po' il centro dei diplomandi), per la quale possono essere sufficienti carisma e fiuto nel sapersi circondare dalle persone giuste, io chiedo però una configurazione tecnocratica per ricoprire la carica di Ministro della Repubblica.

Perchè un laureato in legge non si può occupare di sanità. O meglio. Del Ministero della Sanità. Uno che conosce a menadito il codice penale non ha la più pallida idea di quanti soldi hanno bisogno i ricercatori e studiosi del Morbo di Crohn. Ok, può imparare. Se lo fa durante le ventiquattore che trascorrono tra la nomina e l'insediamento metto a disposizione il mio migliore dei benvenuti e questa mamma.
Perchè se domani mi scatta il grillo e decido di diventare manager di una multinazionale farmaceutica devo passare sei livelli di selezione e al colloquio finale (dopo un paio di anni) (se son sopravvissuto) mi chiedono con sufficienza laurea triennale, biennale, magistrale e almeno quattro master di primo, secondo, terzo, settordicesimo grado di specializzazione. Giustamente. Tutto questo solo per cominciare, ovvero uno stage la cui retribuzione è a mio carico, con l'impegno a lavare le macchine dei dirigenti ai quali garantisco il battesimo sessuale della mia primogenita. (mh. un iter simile a quello per lavorare da Decathlon come commesso negli scantinati...quasi quasi...).

Perchè le sorti di uno Stato non sono le sorti di uno studio legale, nemmeno di un edificio occupato per protesta (fino a prova contraria. In tal caso inviare la prova contraria alla mia casella di posta elettronica nondirecazzate@vanvera.com).

E' vero che il Ministro non è solo quando decide programmi e chiede finanziamenti e quant'altro. Egli è supportato da una burocrazia fitta come una ragnatela e specializzata.
Però no.
Lei è laureata con lode
E' necessaria una conoscenza molto più che sommaria per poter svolgere adeguatamente il proprio lavoro. Quando faccio un colloquio e mi chiedono se so usare Rcnovitb3tbi3bo3, non posso rispondere coi denti che brillano che ne so qualcosa, che me ne sono fatto un'idea, e pretendere di essere assunto.
Ho studiato o non ho studiato. Non c'è alternativa. Ce lo dicevano anche a scuola. Non esiste: "Qualcosa so, qualcosa ho visto, qualcosa boh.". O va a culo o si torna al banco con un bel -4.
Competenze diverse da quelle acquisite le si possono sviluppare eccome. A nessuno è proibito studiare per i cazzi propri altro dopo o durante la laurea. Si possono svolgere lavori di ricerca e scrivere pubblicazioni ben lontane dal proprio curriculum. Alberoni, sociologo italiano che io non apprezzo molto ma che stimo, è laureato con i crismi in medicina. A un certo punto ha posato bisturi e mascherina per occuparsi di aria fritta (termine simpatico con cui noi sociologi indichiamo ironicamente la sociologia), dandoci dentro con studi post laurea, articoli e chipiùnehapiùnemetta. Ha, insomma, mostrato una profonda competenza in merito. 

Non chiedo altro.

Anche perchè tecnocrazia assomiglia a un'altra bellissima parola: meritocrazia.

Anchè perchè non vado da un commercialista che non è laureato. Non mi faccio operare da un chirurgo a sei esami dalla laurea. Non mi faccio difendere da un avvocato che non ha passato l'esame di stato.

2 commenti:

  1. per questioni anagrafiche mi sento profondamente colpevole. Se la mia generazione avesse fatto il suo dovere (nulla di più) articoli come questo non avrebbero senso.

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  2. sbagli a colpevolizzarti. perchè se proprio vogliamo metterla sul piano generazionale quelli che stanno sbagliando sono quelli della mia. basterebbe che "articoli" come questo invadessero il 98% dei blog nazionali. siamo troppo abituati ad aspettarci il miracolo dall'alto, o più semplicemente a sbattercene.

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