lunedì 14 marzo 2011

No smoking

E' notizia di questi giorni che da aprile 2012 i fumatori inglesi non avranno più modo di vedere i loro pacchetti preferiti esposti nelle tabaccherie. La decisione l'ha presa Andrew Lansley, Ministro della Salute, che con questo provvedimento tenta di dare un'altra spallata alle industrie del tabacco.

Sarà sempre possibile comprare le sigarette, ma non ci sarà più modo di vederle sulle bachece e le mensole dei rivenditori.
Andrew Lansley

Così, dopo aver visto scomparire i distributori automatici e vedersi alzata l'età minima per comprarle a 18 anni, i fumatori inglesi (e potenziali) dovranno affrontare un altro attacco al loro tabagismo.

Il provvedimento ha già, ovviamente, scatenato polemiche e diatribe.
Come al solito si sviluppano varie scuole di pensiero.
C'è chi pensa che Lansley sia un fascista, che i fumatori hanno il sacrosanto diritto di fumare e chi non fuma non debba rompere gli zebedei.
C'è chi pensa che sia un provvedimento inutile, perchè il vizio del fumo non lo si ferma nemmeno uccidendo il fumatore, dato che una volta morto esso diventa ciò che ha fumato durante la sua vita, cenere (sdrammatizzo).
E tanti altri che pensano e pensano e pensano.

Già.
E criticano. E criticano. E criticano.
E basta.

Ma.
Io credo che tutto questo sia giusto.
Chi già fuma continuerà a fumare. E togliendo dagli occhi un prodotto del genere è probabile che possa diminuire il numero dei potenziali fumatori. Finita lì.
Ok. Puzza di reazionismo. Puzza di mancanza di libertà.
Ma perchè è necessario buttare merda anche quando un governo emana una legge con lo scopo di tutelare il cittadino?
E' vero: uno stato, in caso di monopolio, ci guadagna sulle vendite delle sigarette. Ma provate ad immaginare ai costi che deve affrontare in campo medico e per le campagne di prevenzione.
C'è chi rivendica il diritto ad ammazzarsi.
Fanculo.
Io rivendico il dovere di non farti ammazzare.
Io non sono contro le sigarette, ma contro il vizio sì. Perchè è quello che disintegra. Non la sigaretta dopo pranzo. Ma la sigaretta che ci si accende appena usciti dalla metro, oppure appena finita una corsa. Gente che si ammala a causa di un vizio di cui conosce i potenziali rischi è gente che sottrae risorse a vantanggio dell'intera società.

E l'uomo moderno è così abbandonato a se stesso che non sono sufficienti spot simpatici e slogan divertenti per convincerlo che se si fuma un pacchetto al giorno non ne trae buone cose.
Vogliamo libertà e indipendenza e invece siamo semplicemente indifferenti. Contro il potere forte ma sempre alla ricerca di un Leviatano che ci metta d'accordo per poterci salvare l'un l'altro dall'un e dall'altro. Vogliamo regole ma odiamo chi le fa. Vogliamo qualcuno che faccia regole ma odiamo quelle che produce.
Ci vogliono quindi azioni forti per casi del genere. Così, dal 2012, il piccolo John Smith avrà meno possibilità di diventare un fumatore quante ne ha il piccolo Mario Rossi.
Ovvio. A sostegno ci vuole quel bel paracadute che si chiama "cultura". Raddrizzarla tale che non si creino quelle piccole profezie autonome che si concretizzano grazie all'aura di veridicità che le circonda ancor prima che si manifesti il caso vero e proprio. Ad esempio: nascondere le sigarette le fa diventare come la mela di Dio nel Giardino dell'Eden. Bisogna conoscere il male per preservarne. Eccetera. Eccetera.

Tempi duri per lui.
Fanculo.
Per quel che mi riguarda cumulo di cazzate. Siamo i principali creatori di problemi e distruttori di soluzioni. Se lo Stato ci da il là non ci conviene altro che proseguire con una nota adeguata, dimenticando i possibili casini che possono scaturire da azioni reazionarie.

L'uomo non è per forza un delinquente, un animale in gabbia pronto a sbranare. A volte sappiamo essere molto mansueti.
Una decina di anni fa nessuno avrebbe creduto che in Italia si potesse guidare con le cinture allacciate e il casco allacciato, eppure. 

E intorno alla sigaretta si è creato un meccanismo mentale per il quale è "impossibile smettere", "impossibile non accenderne una dopo il caffè", "una mentre studio", "una prima di un esame", "una dopo aver scopato".
E' solo questione di testa, di volontà. Fumare deve essere un piacere, non una cazzo di catena.
Per farla semplice, io fumo, ma non vorrei mai che mio nipote mi chiedesse da accendergli una Marlboro. Credo un po' tutti. Per cui ben vengano decisioni che mi permettano di fumare ma che non spingano mio nipote a farlo.

Che nessuno mi accusi di buonismo. O di retorica blanda e puritana.
Criticare è una cosa, non saper far altro è diverso.

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